Gocce di Silenzio #12 — “Chi sono io?”: la via diretta all’essenza secondo Ramana Maharshi
Scoprire la libertà oltre la mente: autoindagine e presenza come pratica quotidiana
C’è una domanda che può cambiare radicalmente la percezione della vita: “Chi sono io?”. Non è una curiosità intellettuale, ma la chiave che Ramana Maharshi ha offerto per aprire la porta della consapevolezza. In un’epoca in cui tutto ci spinge verso l’esterno — successi, ruoli, doveri, immagini — la pratica dell’autoindagine ci riporta al centro, al cuore silenzioso dell’essere.
Questa goccia di silenzio nasce dall’incontro con il messaggio di Ramana: non cercare la libertà nel mondo, ma riscoprila come la tua natura più profonda. Attraverso la domanda “Chi sono io?” e la contemplazione del Testimone, possiamo imparare a vivere ogni giorno con più presenza, leggerezza e autenticità.
L’essenza dell’autoindagine: la domanda che dissolve la mente
Ramana Maharshi insegnava che la sofferenza nasce dall’identificazione con ciò che non siamo: pensieri, emozioni, corpo, storie personali. La domanda “Chi sono io?” non cerca una risposta verbale, ma invita a rivolgere l’attenzione verso l’interno, lasciando cadere ogni identificazione.
Quando la mente si agita, quando le emozioni travolgono, Ramana suggeriva di fermarsi e chiedersi: “A chi accade questo? Chi è che sente, pensa, soffre?”. Seguendo la domanda fino alla sua sorgente, si scopre che il Sé — la pura consapevolezza — è sempre presente, immutabile, intatta.
Questa pratica non richiede tecniche complesse né tempi lunghi. È un ritorno costante alla presenza, un lasciar andare le immagini mentali per riscoprire la semplicità dell’essere.
Il Testimone silenzioso: vivere nel cuore della presenza
L’autoindagine conduce naturalmente alla contemplazione del Testimone: quella parte di noi che osserva ogni esperienza senza giudicare, senza intervenire, semplicemente essendo. Questo Testimone non è distaccato dalla vita, ma la abbraccia tutta, con amore e lucidità.
Nella pratica quotidiana, possiamo allenare questa presenza in ogni momento: ascoltando il respiro, osservando i pensieri come nuvole che passano, accogliendo le emozioni senza identificarci. Ramana diceva che la vera libertà nasce dal riconoscere di essere il Sé, non il personaggio che la mente racconta.
Essere Testimoni non significa fuggire dal mondo, ma viverlo con occhi nuovi, senza attaccamento né avversione. Ogni istante diventa occasione di risveglio, ogni relazione un invito a tornare al cuore.
La libertà oltre la mente: vivere senza sforzo
Ramana Maharshi insegnava che la ricerca della felicità nel mondo è destinata a fallire, perché tutto ciò che è esterno è impermanente. La vera gioia nasce dal riconoscere la propria natura di consapevolezza, che non dipende da nulla e non teme nulla.
Quando la domanda “Chi sono io?” viene coltivata con sincerità, la mente si placa e si rivela uno spazio di pace senza causa. Non si tratta di “diventare” qualcosa, ma di smettere di identificarsi con ciò che non si è. In questo silenzio, la vita si svolge spontaneamente, senza sforzo, come un fiume che scorre verso il mare.
La libertà che Ramana indica non è una conquista, ma un riconoscimento: sei già ciò che cerchi. Ogni volta che torni alla presenza, lasci cadere una maschera, una paura, un attaccamento.
Esercizio pratico: la meditazione della domanda “Chi sono io?”
Ti propongo una pratica ispirata direttamente agli insegnamenti di Ramana Maharshi:
Trova un luogo tranquillo e siediti in silenzio, con la schiena dritta.
Chiudi gli occhi e porta l’attenzione al respiro, lasciando che il corpo si rilassi.
Quando emerge un pensiero, un’emozione o una sensazione, chiediti con gentilezza: “A chi accade questo?”.
Lascia che la domanda ti riporti al Testimone silenzioso, senza cercare una risposta mentale.
Resta qualche minuto in questo spazio di pura presenza, osservando tutto ciò che emerge senza identificarti.
Ogni volta che ti distrai, torna alla domanda: “Chi sono io?”.
Concludi la pratica ringraziando te stesso per il tempo dedicato all’ascolto profondo.
Ripeti questa meditazione ogni giorno per qualche minuto, integrandola nella tua routine mattutina o serale. Con il tempo, scoprirai che la presenza diventa sempre più naturale e spontanea.
Conclusione: vivere come pura presenza
Gli insegnamenti di Ramana Maharshi sono un invito a smettere di cercare fuori ciò che è già dentro di noi. La domanda “Chi sono io?” dissolve le illusioni della mente e ci riconduce al cuore della consapevolezza. Ogni istante può diventare un’opportunità di risveglio, ogni difficoltà un richiamo a tornare al Sé.
Coltiva la pratica dell’autoindagine con semplicità e costanza. Non cercare risultati immediati: la trasformazione avviene nel silenzio, come una goccia che scava la roccia. Sii paziente, sii gentile con te stesso, e lascia che la luce della presenza illumini ogni aspetto della tua vita.
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